giovedì 27 ottobre 2016

L' alimentazione nella prima infanzia

Se pensate alle tante teorie esistenti in fatto di diete e alla confusione e al disorientamento che ne derivano, beh, dovete sapere che  questo è niente se messo a confronto con le raccomandazioni specifiche per neonati e bambini in età da svezzamento provenienti dalle  fonti più disparate.

In questa particolare fase della vita caratterizzata da rapido sviluppo fisico, ma anche da immaturità di molte funzioni, comprendere le reali esigenze nutritive e saperle adeguatamente soddisfare, come si può immaginare,  complica ulteriormente le cose, e le varie teorie e ideologie che possono in teoria essere appropriate per un adulto  mostrano facilmente  dei limiti nel caso in questione man mano che le conoscenze e l' esperienza in materia progrediscono. Ecco perchè le già numerose e spesso contrastanti informazioni subiscono immancabili aggiornamenti (come testimoniano le continue revisioni dei cosiddetti LARN, cioè i livelli di assunzione di riferimento di nutrienti ed energia).

Per giunta l' importanza di fare scelte appropriate per la prima infanzia può essere meglio compresa se si pensa che tutto il periodo che va dal concepimento fino al secondo anno di età (cioè i primi mille giorni) è ritenuto il più cruciale per lo sviluppo futuro del nuovo nato, pertanto i cibi consumati in questo lasso di tempo (compresi quelli assunti dalla madre durante la  gravidanza, ovviamente), come pure lo stile di vita e le  influenze ambientali, determineranno i suoi punti di forza come pure i suoi punti deboli.

Quale miglior esempio dell' importanza dell' epigenetica? Questa giovane scienza ci dice che, indipendentemente da ciò che è segnato nel nostro codice genetico, sono i fattori ambientali ad avere maggiore importanza nell' attivare o nell'  inibire determinati geni, contrariamente a quanto si era sempre pensato. 

Cibo e stimoli ambientali, pur senza alterarne la struttura, condizionano infatti l' espressione  dei geni al punto che, se certe abitudini sono protratte sufficientemente a lungo, il  condizionamento che ne deriva finisce addirittura con l' essere trasmesso alla generazione successiva. Il che spiega ad esempio perchè il sovrappeso, oltre che sempre più diffuso nella nostra società opulenta, sta diventando sempre più difficile da trattare: bambini nati da genitori in sovrappeso infatti accumulano a loro volta più facilmente chili in eccesso e hanno più difficoltà a smaltirli.

D' altra parte, mentre nei Paesi ricchi dominano le patologie da eccesso di cibo e di scarsa qualità, in quelli sottosviluppati sono le malattie da denutrizione a farla da padrone  con 1/3 dei neonati  sottopeso e 1/3 dei decessi prima dei 5 anni imputabili a carenze nutrizionali maturate proprio nei primi 1000 giorni di vita.

Vale la pena qui ricordare che fra i più comuni fattori che in questo periodo possono predisporre alle più significative patologie attuali, come allergie, asma, malattie autoimmuni (compreso il diabete di tipo 1), malattie cardiovascolari ecc., tutte accomunate da uno stato infiammatorio di base, la più recente ricerca scientifica punta il dito particolarmente contro  la caseina e la gliadina (una frazione del glutine) contenute rispettivamente nel latte vaccino e in alcuni cereali, cioè alimenti tra i più diffusi. A causa della scarsa digeribilità delle stesse, queste proteine danno luogo alla formazione di peptidi (molecole formate da pochi aminoacidi) di tipo oppioide, o neuropeptidi, che favoriscono infiammazioni e stress ossidativo, come si riscontra di solito in soggetti autistici o schizofrenici. Queste sostanze prodotte da incompleta digestione, complice l' iperpermeabilità intestinale, passano infatti nel sangue e, superata la barriera emato-encefalica, arrivano al cervello interferendo su varie funzioni, come i processi cognitivi, il comportamento e il sonno. Di tutto ciò e di molto altro si parla estesamente ne "I Primi 1000 Giorni" del famoso pediatra dr. Luciano Proietti e della biologa nutrizionista dr.ssa Sabina Bietolini.

Un altro motivo molto meno conosciuto e compreso per cui questo periodo è così importante per il futuro del bambino è che  il senso del gusto e dell' olfatto che quest' ultimo sviluppa nel corso degli anni è fortemente condizionato dal cibo consumato dalla madre durante la gravidanza e l' allattamento (ci sono studi che lo testimoniano, guarda qui e qui) e successivamente dagli squilibri yin/yang tipici della dieta moderna che presto si instaurano e che provocano attrazione per determinati alimenti e repulsione per altri. Ciò spiega in buona parte perchè è spesso così difficile far cambiare abitudini alimentari alle persone, particolare che dovrebbe far riflettere.

Purtroppo tutto quanto appena accennato è da tempo sotto gli occhi di tutti perchè per decenni pediatri ed istituzioni, pensando di poter allontanare per sempre lo spettro della denutrizione e conseguente stentata crescita, condizione legata al ricordo di un passato troppo spesso avaro di risorse alimentari, e condizionati da una lacunosa visione scientifica, hanno enfatizzato il ruolo di certi alimenti nella prima infanzia (basta citare come unico esempio il mito del latte nato nel secolo scorso) stravolgendo abitudini ataviche. L' imperativo in ambito pediatrico per tanto tempo è stato quello di far crescere il bambino "sano e forte", perciò meglio abbondare che lesinare, senza preoccuparsi o senza conoscere le conseguenze a lungo termine. Abbiamo quindi assistito in questi ultimi decenni alla crescita esponenziale di  sovrappeso, obesità, diabete, allergie e malattie autoimmuni, disturbi del comportamento ecc.

Uno dei tanti esempi di informazioni datate e fuorvianti che i media continuano a divulgare
Inoltre con la presunzione di chi pensa di poter fare meglio di madre natura si è incoraggiato ad anticipare sempre più lo svezzamento e a sostituire il latte materno con surrogati anche artificiali con la scusa di emancipare la donna (a sua volta sempre meno disponibile ad allattare a causa delle sue nuove conquiste sociali) dal suo ruolo naturale. E se tutto ciò come effetto collaterale ha avvantaggiato l' industria degli omogeneizzati e quella farmaceutica (i bambini allattati al seno come natura comanda sono più resistenti alla maggior parte delle malattie infantili) lo possiamo considerare una coincidenza? 

Un tenero ricordo della mia infanzia che mi riempie di nostalgia
Di certo non è una coincidenza che la statura media abbia subìto un sensibile incremento nel giro di pochissime generazioni (tanto da modificare perfino i comuni canoni estetici) e che allo stesso tempo sia aumentato anche il peso come conseguenza diretta delle diete iperproteiche ricche di cibi animali e zuccheri semplici raffinati. Le stesse diete sono responsabili del progressivo anticipo della pubertà, con tutto ciò che ne deriva. Se ad esempio il menarca risulta anticipato e la menopausa ritardata, circostanza che ha molto a che fare con l' eccesso di cibo animale, si espone la donna all' effetto degli estrogeni per un arco di tempo più lungo. Questo, assieme agli altri due fattori già menzionati, la statura alta e il sovrappeso, sono fattori di rischio riconosciuti per il cancro al seno, che è andato crescendo sempre più fino ad arrivare alle attuali 50 mila donne colpite ogni anno in Italia.

Insomma, se qualcuno non l' avesse ancora capito, le varie tabelle auxologiche, la miriade di dati analitici sui vari nutrienti e le anacronistiche raccomandazioni ufficiali della medicina accademica sono criteri del tutto inadeguati per porre le basi di un futuro il più possibile immune dalle principali malattie dei nostri tempi e non c'è unanimità di pareri su quando e quali alimenti introdurre nella dieta del piccolo lungo il suo percorso di sviluppo.

Per fortuna una provvidenziale ventata di novità ce la portano medici alternativi sensibili a certe problematiche, come testimoniano vari libri usciti di recente. Oltre a quello già menzionato di Luciano Proietti e a un altro dal titolo molto simile, "La Dieta dei Primi 1000 Giorni", meritano una segnalazione  quelli della d.ssa Luciana Baroni, "Il Piatto Veg - Mamy", dedicato alle mamme vegetariane e al loro piccolo e "Il Piatto Veg - Junior" dedicato ai bambini vegetariani. La d.ssa Baroni, che è la maggiore esperta in Italia di alimentazione vegetale, nonchè presidentessa dell' Associazione Vegetariana Italiana, aveva già formulato le linee guida per una corretta dieta vegetale in generale, ma adesso con questi nuovi lavori che affrontano un tema così particolare ed importante ha segnato una pietra miliare facendo quello che nessuno aveva mai fatto. Sono infatti ben noti i pericoli di una dieta "fai da te" interamente o anche quasi interamente vegetale per le carenze e gli squilibri cui è facile andare incontro e che perciò richiede la supervisione di un esperto.

Si tratta in tutti i casi su citati di lavori aggiornati sulle più recenti conoscenze scientifiche ma integrate da considerazioni extra che tengono conto delle nuove istanze in tema di salute individuale e, perchè no, anche collettiva e ambientale. Essi attribuiscono giustamente molta importanza alla biologicità degli alimenti, come pure alla stagionalità e alla provenienza a km. zero, perchè è evidente che non ha senso preoccuparsi della salute dei propri figli se poi si lascia loro in eredità un mondo insalubre e sempre più privo di risorse. Una visione in un certo senso olistica, si direbbe, che però contrasta un pò con l' impostazione analitica tipica della scienza tradizionale che questi trattati rivelano, con tabelle, grafici e dati relativi alle varie età a non finire, compreso l' immancabile computo delle calorie. Dubito che siano molti i genitori disposti ad impegnarsi in quella che si presenta come una vera e propria materia di studio, che invece può essere sicuramente molto utile ai professionisti del settore.

Con questo non voglio certo rivolgere una critica ma, pur apprezzando lo sforzo degli autori nell' aver detto qualcosa di nuovo su questa complessa materia, resto convinto che l' approccio che offre la macrobiotica anche in questo campo sia decisamente più interessante in quanto, nel fornire il necessario completamento alla visione scientifica, ci fa capire in modo più semplice, intuitivo e pratico cosa fare e perchè. Ma questo sarà argomento per il prossimo post.

Michele Nardella 


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2 commenti:

  1. Questo tuo articolo mi ha avvinta. Grazie Michele, mi resta un solo dubbio: meglio svezzare con gli omogeneizzati o con pappine preparate in casa? Regalerò il libro, da te segnalato, alle mie amiche, future mamme. In effetti c'è molta confusione sul tema, vedo alcune neo-mamme prese da crisi di ansia. Grazie ancora.

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  2. Grazie a te Giancarla. Senza dubbio sono da preferire le pappine fatte in casa, ovviamente con ingredienti appropriati e genuini. Ma non preoccuparti perchè, come annunciato, continuerò il discorso la prossima volta...

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