mercoledì 30 aprile 2014

I fattori determinanti che entrano in gioco nel sovrappeso

Ci sono soggetti che mangiano liberamente eppure non mettono su un filo di grasso, mentre altri che seguono diete draconiane a base di insalate e poco altro  ingrassano al solo pensiero del cibo.

E' una constatazione che hanno fatto certamente in tanti, ma che lascia il più delle volte senza una risposta precisa.

Certo non c'è bisogno di essere scienziati per capire che le persone non sono tutte uguali e perciò ognuno verosimilmente reagisce a suo modo agli stessi fattori. Ma, nello specifico, cos' è che determina l' indesiderato aumento ponderale che, è opportuno ricordarlo, non riguarda solo il giustamente temuto  tessuto adiposo, più comunemente conosciuto come "grasso", ma anche l' acqua?

E così, se nel post precedente ("Le calorie non sono tutte uguali") mi sono limitato a considerazioni generali su come il modello alimentare moderno, con le sue gravi pecche, sembra fatto apposta per favorire l' incremento patologico di peso, con tutti i rischi ad esso connessi, adesso ci occupiamo di aspetti più specifici e meno noti del problema.

Prima di tutto voglio ribadire  che, contrariamente alla interpretazione tradizionale che considera le variazioni del peso corporeo semplicemente una questione di bilancio tra calorie in entrata e calorie in uscita, secondo un criterio puramente algebrico, bisognerebbe invece prestare attenzione sull' efficienza dell' utilizzo delle calorie introdotte, nella quale risulta implicata la costituzione del soggetto in questione.

E' interessante notare che, mentre la moderna scienza solo molto recentemente ha capito l' importanza di formulare una dieta su misura, obiettivo che cerca di raggiungere attraverso la conoscenza  delle caratteristiche genetiche individuali, elaborando così una nuova branca, la nutrigenomica, per i più antichi sistemi medici si tratta di un concetto fondamentale che scaturisce semplicemente dalla loro visione olistica della realtà.

Da questo punto di vista ogni elemento dell' universo è in rapporto col tutto secondo determinati principi analogici che formano un intricato sistema di corrispondenze. In base a tali principi  è classificata ogni cosa, dunque anche la costituzione individuale, i vari alimenti, le influenze climatiche e tantissimi altri fattori.

E così nell' Ayurveda, ad esempio, i tre principi universali (chiamati dosha), Vata, Pitta e Kapha che ne sono alla base, si ritrovano combinati in proporzioni diverse a definire varie tipologie costituzionali, in base alle quali è possibile stabilire, fra l' altro,  quali siano gli alimenti più appropriati.

Si tratta in entrambi i casi  di esempi senz' altro molto validi per trovare una soluzione personalizzata ai problemi individuali, di cui il sovrappeso è solo una componente di un quadro più ampio. Questo ci fa capire anche perchè quasi tutte le diete "dimagranti" prima o poi falliscono (anche perchè si seguono per un tempo limitato, come si trattasse di una medicina, data la mentalità comune). Esse non sono infatti che delle semplici strategie per perdere peso, e non qualcosa di finalizzato ad ottimizzare le varie funzioni organiche nel loro complesso. In tal caso il raggiungimento e il mantenimento del peso-forma si presenta come una logica conseguenza.

Tuttavia, per capire la dinamica del sovrappeso in modo semplice ed intuitivo, e ancor più per gestire in modo pratico il controllo ponderale, ritengo l' applicazione dei concetti di yin e yang e della loro dialettica universale (che contraddistinguono l' approccio macrobiotico) un metodo insuperabile che meriterebbe considerazione anche da parte di chi pregiudizialmente non dimostra interesse per qualsiasi approccio che esuli dall' ortodossia della scienza convenzionale.

Del resto quello di cui sto per parlare, basandosi su una concezione sintetica ed energetica non è scientificamente incompatibile, dal momento che, come ha dimostrato un certo Albert Einstein,  tutto è energia.

Perciò è possibile distinguere fondamentalmente le varie costituzioni in base alla prevalenza di una delle due primigenie energie, quella centripeta (yang) e quella centrifuga (yin).

Nel primo caso ci si riferisce a soggetti che presentano in prevalenza caratteristiche strutturali identificabili in  lineamenti più marcati, testa tondeggiante, un corpo relativamente più massiccio e robusto, con spalle più larghe e squadrate e di statura generalmente più bassa della media; dal punto di vista del temperamento (altrettanto importante per la valutazione), sono persone con personalità più portata al dinamismo, all' esuberanza e all' estroversione, con interessi prevalentemente materialistici.

Tanto per intenderci, come esempi tipici di costituzione yang si possono citare personaggi come Luciano Pavarotti, Silvio Berlusconi, Antonio di Pietro e Maurizio Costanzo.

Le persone di tipo yin, ovviamente, presentano caratteristiche opposte, e cioè un aspetto fisico più esile e  delicato, con forma del viso allungata in senso verticale a mò di triangolo con la punta rivolta in basso in corrispondenza del mento e dita delle mani relativamente lunghe e sottili. Inoltre sono spesso di alta statura; hanno un temperamento più tranquillo, romantico e passivo, con maggiore attitudine ed interessi in campo intellettuale, artistico e filosofico.

E il miglior esempio di costituzione yin, il primo che mi viene in mente, è sicuramente Piero Fassino.

Dopo questa necessaria, seppur succinta premessa, bisogna specificare che il sovrappeso è un fenomeno yin (aumento di massa e volume, quindi espansione), ergo i soggetti yang saranno naturalmente più predisposti a questo tipo di problemi, dato che tutto nell' universo tende all' equilibrio tra elementi yin e yang. Ma se nella dieta sono presenti regolarmente fattori molto yang, l' attrazione verso lo yin estremo (rappresentato da dolciumi, soft drink e succhi di frutta, latte, yogurt, gelati, cioccolata, alcolici, farine raffinate e cibi succulenti con intingoli grassi) sarà irresistibile, perchè la legge dell' equilibrio è inesorabile e si realizza sempre, anche a scapito della nostra salute.

Energie simili infatti si respingono, perciò  un soggetto di costituzione yang non tollererà un eccesso di yang nella sua dieta, che non farà che accentuare la sua condizione già in tensione, e cercherà perciò istintivamente di bilanciarlo con qualcosa di estremamente yin, cioè, guarda caso, proprio quei cibi più direttamente responsabili del sovrappeso. E' molto difficile trovare un obeso di costituzione yin, e ciò dovrebbe far riflettere sulle effettive cause di questi problemi.

Del resto è davvero fin troppo facile assumere un eccesso di yang, date le abitudini alimentari più comuni, che comprendono prima di tutto troppi cibi animali (tutti più o meno notevolmente yang, ad eccezione di alcuni latticini yin, come quelli più su indicati), ma anche sale, specie se raffinato (e come si sa, il sale abbonda un pò in tutti i cibi moderni, compresi insaccati e formaggi), come pure alimenti sottoposti a certi tipi di cottura troppo diretti e intensi. Mi riferisco specialmente a grigliate e a prodotti da forno come pane, biscotti, crackers, fette biscottate ecc., cioè comuni prodotti "insospettabili" in quanto per la scienza sono solo "carboidrati".

Questo spiega anche perchè la donna, essendo strutturalmente più yang rispetto all' uomo (corpo più piccolo e maggiormente sviluppato in basso, con bacino più ampio e spalle più strette e arrotondate) è più incline a mettere su peso e altrettanto difficilmente riesce a smaltirlo.


Perciò la prima cosa da fare per affrontare alla radice il problema del sovrappeso, è eliminare o ridurre al minimo i fattori maggiormente yang, inclusi  stress ed eventuali pressioni psicologiche cui chi ha problemi di peso è spesso sottoposto. Del resto già scienziati di tutto rispetto, come Franco Berrino e Colin Campbell, hanno individuato nell' eccesso di cibi animali una delle cause principali dell' epidemia di sovrappeso e obesità. Certo loro non ne parlano in termini di yin e yang, ma una spiegazione scientifica potrebbe essere il fatto che, come ho già spiegato la volta scorsa, quando proteine animali, carboidrati e grassi sono presenti in abbondanza nello stesso pasto, come di regola avviene (oppure mescolati nello stesso alimento, come nel caso dei dolciumi), la stimolazione insulinica conseguente, col suo noto effetto anabolizzante, è più energica di quando le stesse sostanze sono assunte separatamente.

Solo così sarà possibile sostituire gli alimenti yin estremi ed artificiali più su indicati con altri più moderati e naturali, come verdure e frutta non esotica.

E' opportuno far notare che tutti i fattori yin estremi favoriscono indirettamente il sovrappeso, non solo quelli citati. Per esempio anche il semplice fatto di mangiare troppo (considerato appunto un fattore yin), indipendentemente dal tipo di alimenti consumati, come la scienza può confermare. In tal caso l' organismo produce infatti in maggior quantità i cosiddetti fattori di crescita insulino-simili IGF-1 che stimolano la moltiplicazione cellulare e la crescita in genere.


Alla luce di tutto ciò appare dunque evidente che  per risolvere il problema in maniera efficace e definitiva è fondamentale tenere sotto attento controllo entrambi gli estremi nella propria dieta quotidiana, il che, oltre alla stabilizzazione  del peso-forma, è anche l' unico modo per ottenere tanti vantaggi aggiuntivi, che si possono riassumere in un maggior benessere complessivo.

Fra le varie prove a favore di quanto detto posso citare un esperimento effettuato in un policlinico per confrontare i risultati ottenuti su 56 diabetici, tutti sovrappeso o obesi, con due diete diverse: ad una metà di questi fu assegnata una dieta formulata da Mario Pianesi, uno dei pionieri della macrobiotica in Italia, mentre all' altra metà di controllo la dieta studiata dalla Società Scientifica di Diabetologia.

Com' è risaputo, il diabete tipo 2 è correlato al sovrappeso e ad altri sintomi caratteristici di quella che è conosciuta come sindrome metabolica. Ebbene, chi aveva seguito la dieta macrobiotica aveva ottenuto dopo solo tre settimane i migliori risultati su tutti i parametri esaminati, nonostante un contenuto di carboidrati leggermente superiore rispetto alla dieta di confronto, sfatando un mito purtroppo ancora radicato che attribuisce senza distinzione ai carboidrati quasi tutte le colpe del cattivo stato di salute (si possono leggere i particolari in questo articolo).

Un esperimento analogo è stato condotto dal Kushi Institute del Massachusetts qualche anno fa su trenta diabetici, che nel giro di poche settimane di dieta macrobiotica hanno potuto constatare i primi miglioramenti in termini di peso, glicemia, pressione e quant' altro, sperimentando un benessere che non avevano mai conosciuto. Ecco un video che testimonia l' esperimento:

 

Michele Nardella


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