domenica 18 marzo 2012

"Rimineralizziamoci" (replica alla risposta al mio commento)

Alcuni giorni fa ho pubblicato il mio commento ad un lungo articolo, molto dettagliato, sull' osteoporosi ("Rimineralizziamoci, non è mai troppo tardi"),  che si può leggere sul sito "La mia macrobiotica mediterranea".

Ho pensato opportuno mettere al corrente i lettori sugli sviluppi di questa diatriba,
pubblicando gli altri miei interventi:



Gentile  sig. Pades,

sono sicuro che potremmo discutere per delle ore, come dici tu, e alla fine rimanere ognuno con le proprie idee.

Perciò il vero motivo che mi ha spinto a questa ulteriore replica, a parte uno sfogo personale, è la speranza di catturare l’ attenzione del lettore su alcuni punti.


Data la vastità dell’ argomento, io mi sono limitato a commentare alcune affermazioni che si leggono nel tuo articolo, ma, come vedi, non ho neanche accennato alla scarsa digeribilità della caseina (con tutte le implicazioni del caso), né al fatto che Colin Campbell (che non è precisamente Pappagone) la consideri una delle proteine più implicate nella  cancerogenesi, né alla scarsa digeribilità dei grassi (non a caso è stata inventata la omogeneizzazione), la correlazione col diabete giovanile, con le allergie (che, guarda caso, sono aumentate iperbolicamente, anche per il parallelo aumento di consumo dei latticini), e mi fermo qui.


Quello che a te sembra “odio cieco” verso i latticini è invece la naturale reazione all’ enfasi e alle mistificazioni che hanno sempre caratterizzato questo tema.

Ma insomma, possibile che nel 2012, con tutte le conoscenze di cui disponiamo, tutti quegli incompetenti che hanno il privilegio di poter far sentire la propria voce sui più diffusi mass media, quando si parla di osteoporosi l’ unica cosa che sanno fare è ripetere pappagallescamente la solita raccomandazione di consumare latte e formaggio? Ma andiamo… questo è puro dilettantismo.

Quando ho affermato che l’ osteoporosi non è certo dovuta a una carenza di latticini volevo solo sottolineare questo concetto, dato che da quello che si dice sempre in giro e dal tono del tuo articolo si può essere facilmente indotti a pensarlo.

Ma ci tengo a tornare su alcuni punti: 

- Mi chiedo come si possa oggettivamente affermare che i latticini non sono iperproteici e non c’ entrano niente con l’ effetto acidificante sul sangue, dal momento che anche i muri sanno che gli alimenti proteici per eccellenza sono quelli animali, che le proteine sono acidificanti (e lo sono di più quelle animali) e che la dieta moderna, notoriamente iperproteica e ad altissimo tasso di cibo animale, è acidificante.
Se il latte vaccino contiene tre volte più proteine di quello umano (e questo è un dato di fatto), vuol dire che un terzo di quella dose basta alle esigenze di un neonato umano, che per giunta è in crescita, e quindi il resto è in eccesso. O la matematica è un’ opinione?
Quanto poi alle proteine del frumento, penso che il dato da te fornito si riferisca al cereale secco, e quindi si abbassa notevolmente quando questo è cotto in acqua.

- Ammesso che il latte non contenga IGF-1, certamente avrà l’ effetto di stimolarne la produzione, perché se Berrino ed altri ne parlano a proposito dei latticini, qualche motivo pure ci sarà, non ti pare?
In ogni caso, IGF a parte, a me risulta che il latte contiene anche parecchi altri ormoni in qualche modo collegati alla crescita (il che è del tutto verosimile, in quanto è l’ alimento destinato ad un organismo in quella particolare fase della sua vita ).

- Sì, certo, adottando una dieta più sobria, mangiando meno e facendo più esercizio fisico si possono ottenere anche notevoli benefici per la salute, ma certi disturbi, finchè non si eliminano del tutto i latticini… col cavolo possono guarire! Prova a parlarne con qualche affermato consulente macrobiotico con esperienza pluridecennale…

- Tu dici che il fabbisogno giornaliero minimo di calcio è calcolato in base alla perdita fisiologica. Già, ma che cosa determina questa perdita? E come si fa a sapere che questa è “fisiologica”? In realtà si danno per scontate le condizioni che ne sono alla base. Mi sembra che tu stia eludendo il problema, perché non mi hai spiegato come mai le quantità minime consigliate dalle autorità statunitensi siano notevolmente superiori a quelle indicate dalla OMS, che si basa evidentemente su altri presupposti.

- Per quanto riguarda il rapporto Calcio/Fosforo in un alimento, io sapevo che per un’ assimilazione ottimale di entrambi è bene che sia di almeno 2 a 1. Ma se tu dici che è sufficiente anche 1 a 1 (che è appunto il valore che si riscontra nel latte vaccino), non saprei cosa dire.
Comunque, se ci sono vegetali con un rapporto più favorevole, non capisco perchè si debba confidare tanto sul latte.

- Preferisco sorvolare su quello che consideri consumo “moderato”, che contempla i latticini un giorno sì e l’ altro… pure (con dosaggio extra).

- Possibile che il fatto che la maggior parte dell’ umanità ancora oggi non consumi latticini e non digerisca il lattosio, e che le popolazioni che non fanno uso di latticini hanno ossa in condizioni migliori delle nostre non abbia alcun significato per te?

- Possibile che il parere di eminenti scienziati del calibro di Berrino, Campbell e tutti gli altri che ho nominato sia irrilevante?

- L’ uomo usa i latticini da 12000 anni? Verissimo. Ma ciò è avvenuto in un contesto che è sempre stato lontano anni-luce da quello attuale, e se in passato moderate quantità di latticini potevano essere più facilmente tollerate, e perfino utili, oggi non è più così, anche perché alle considerazioni già fatte bisogna aggiungere le nuove perentorie istanze ambientali.

Continuare infatti a produrre proteine animali per assecondare tutti i nostri capricci di bambini  troppo a lungo viziati è un lusso che oggi nessuno può più permettersi.

Comunque, per concludere, divergenze di opinioni a parte, devo riconoscere che il tuo articolo è davvero interessante, non fosse altro che per la lunghezza, decisamente insolita, e per la completezza.

Esso affronta con dovizia di particolari tutti gli aspetti del problema, anche se forse pochi lo leggeranno per intero, perché, come giustamente dici, purtroppo la maggior parte delle persone non è interessata ad approfondire.


Michele Nardella




Ed ecco il mio ultimo e definitivo intervento:

Caro Pades,

anch’io sono convinto che le nostre posizioni non sono poi troppo lontane.


Credo che oggi ci sia fondamentalmente un grosso problema di comunicazione, perché quando ci si trova in disaccordo con qualcuno, spesso non ci si accorge di intendere sostanzialmente le stesse cose, e questo avviene perché non ci si sa esprimere in modo adeguato nei confronti del proprio interlocutore, o non si riesce a comprendere cosa realmente egli voglia comunicare di preciso, in quanto l’ uso di certe parole, di certe espressioni (che affondano le loro radici in significati inconsci), e cioè tanto il modo in cui si formula il messaggio, quanto quello in cui lo si percepisce, viene male interpretato, perché filtrato appunto attraverso questi meccanismi inconsci cerebrali formatisi dalla propria esperienza, dando luogo a reazioni automatiche che non di rado sfociano nel litigio vero e proprio.

Ma tornando a noi, voglio chiarire, a scanso di equivoci, che non sono un dittatore intransigente, e non pretendo certo di convertire tutta l’ umanità al più assoluto veganismo (neanch’io sono vegano, del resto), né tanto ingenuo da pensarlo come una ipotesi realistica.

Sono anche sicuro che un consumo davvero minimo di latticini di buona qualità non sarà mai la fine del mondo per la maggior parte delle persone, ma il punto è un altro.

Ci tenevo a fare tutte le precisazioni che hai letto, a mettere i puntini sulle “i”, in quanto, in base alla mia esperienza, posso dire che questo argomento viene affrontato con “superficialità disarmante”, per usare le tue parole (anche se non sarà il tuo caso): sarò sfortunato, ma le cose che dico io (e come le dico io) non le ho mai lette in nessun blog, né su nessun giornale, per non parlare della tv. Son tutte cose che si dicono tra macrobiotici, vegani e altri più o meno interessati seriamente all’ argomento, persone, cioè, che vogliono capire davvero, e non sono disposte a bersi tutte le corbellerie che ci passa mamma tv. “Vox clamans in deserto”, come si suol dire.

Voglio tornare però brevemente su un’ ultima cosa, che forse è la chiave di volta per appianare ogni equivoco e incomprensione.

A proposito dell’ effetto acidificante delle proteine, tu giustamente fai notare che non è un singolo alimento responsabile di una condizione di squilibrio, ma la dieta nel suo complesso. Già, ma il punto è proprio questo.

Se si parte con l’ idea di includere ogni giorno i latticini nella dieta (e molti ci vorrebbero mettere anche la carne), le cose si complicano. Perché, se i latticini non dovrebbero andare a scapito di alimenti più fondamentali, come i cereali (da quel che ho capito essere la tua posizione), significa che all’ effetto acidificante di questi ultimi si aggiungerà quello dei latticini, e magari di un pezzetto di carne (e che sarà mai!), e poi naturalmente ci sono i legumi (ci vorranno anche quelli, o no?), e il pesce, coi suoi preziosi omega 3, non ce lo vogliamo includere?… come si può facilmente capire, alla fine i conti non tornano, e il risultato complessivo sarà quasi sicuramente acidificante.

Questo succede perché tutte le teorie che si sostengono esclusivamente sull’ analisi scientifica sono intrinsecamente basate su una visione della realtà fittizia, dove tutti i dati ricavati empiricamente sono suddivisi in compartimenti stagni, e quindi è più difficile capire come essi si relazionino e si completino a vicenda. Ed è proprio a causa di questa sorta di miopia congenita del metodo scientifico tradizionale che non è troppo difficile dimostrare quello che si vuole: basta focalizzarsi su un particolare e ignorare tutto il resto.

Ormai, su come dovremmo nutrirci, veniamo continuamente bombardati dalle notizie più contraddittorie, alcune al limite del demenziale, e l’ unico motivo per cui queste ricevono considerazione è che sono “scientifiche”.

Tutto ciò non ha senso finchè manca un principio-guida, un modello di riferimento che possa considerarsi sicuro.

Ecco perché propendo per la dieta standard secondo la macrobiotica (ripeto: standard, e quindi eventualmente adattabile alle esigenze del singolo). Questo modello mi sembra il più affidabile, perché il più completo, il più coerente e anche il più pratico, essendo stato elaborato in base a criteri che comprendono anche considerazioni ed elementi di giudizio che , in quanto universali, non hanno minore dignità e importanza di quelli “scientifici” e che i soli freddi, sterili dati analitici non implicano.

Grazie per avermi dato spazio e attenzione.

Cordiali saluti


Michele Nardella

Ci tieni alla tua salute? Cibo industriale, tutti i segreti svelati

2 commenti:

  1. D'accordissimo con te, condivido in pieno. E' una fortuna che ci siano persone in grado di documentarsi e guardare oltre le convinzioni ormai ferrate della società. Bisogna innanzitutto valutare tutte le correnti di pensiero e crearsi una propria idea a riguardo non seguire la corrente come fanno molti...grazie per il prezioso insegnamento.
    Raffaella

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