mercoledì 12 gennaio 2011

Macrobiotica? Sempre nel mirino delle critiche (terza parte)


Eccoci giunti alla terza ed ultima parte della mia arringa difensiva in risposta alla stroncatura nei confronti della macrobiotica pubblicata sul blog "Alimentazione naturale" di Nico Valerio.
Come già detto in precedenza,
ad un articolo così lungo e con così tanti "capi d' imputazione" (che vi invito ad andarvi a leggere) non potevo rispondere in poche righe, che è lo spazio riservato ai commenti in ogni blog. Così, per una questione di par condicio, ho pensato di utilizzare il mio blog per dare sfogo ai miei argomenti.

Per concludere, in aggiunta a quanto detto e a quanto state per leggere in questa parte conclusiva, nella mia non disprezzabile esperienza posso dire che dal mio punto di vista non è sorprendente che la macrobiotica sia oggetto di tanta resistenza e di tante critiche ("più grande è il diritto, più grande è il rovescio" è l' adagio di questa filosofìa che fa proprio al caso nostro), perchè essa rappresenta la maggiore sfida alla nostra società e alla nostra cultura, essendo l' ideologìa che racchiude il massimo potenziale rivoluzionario : la rivoluzione biologica supportata da un altrettanto importante cambiamento di coscienza.

Oltre all' arroganza di chi crede di sapere, o di non aver bisogno di sapere, ad entrare in gioco ci sono indubbiamente alcune difficoltà oggettive legate alla nostra cultura e alla nostra forma mentis.

Infatti i motivi di incomprensione sono dovuti fondamentalmente al fatto che il modo comune di giudicare è basato sulla logica formale. Esempio : "La macrobiotica contempla che la nostra dieta sia costituita per il 50% di cereali... perciò consumarne il 40% non è macrobiotica". Invece bisognerebbe dare importanza alla sostanza, cogliere il senso di certe regole, il messaggio.

  Dicono i buddisti zen : "Basta un dito per indicare la luna, ma una volta individuata la luna, metti da parte il dito".

Molto spesso si identifica infatti la macrobiotica con una dieta ben definita, più o meno uguale per tutti e sempre uguale a sè stessa, oppure con l' utilizzo di determinati prodotti esotici (salsa di soja, miso, gomasio ecc.), commettendo così il più grossolano errore. Invece  in realtà si tratta piuttosto di un criterio, o un insieme di criteri, di selezionare i nostri alimenti e di prepararli al loro consumo (che è altrettanto importante, in quanto per la macrobiotica, l'arte della cucina va ben oltre l' esigenza di creare manicaretti deliziosi).

Perciò la macrobiotica non è il riso integrale, o la salsa di soja. Il riso integrale è riso integrale e basta ; la salsa di soja è salsa di soja e basta.

Fare macrobiotica  significa in sostanza chiedersi sempre quali sono i cibi più approriati a una determinata persona in una determinata  circostanza, come è opportuno cucinarli e in che proporzione devono essere assunti  per ottenere un equilibrio psicofisico ottimale, che poi è il vero benessere che tutti cerchiamo. 

                       



Cucina macrobiotica. In basso il PA-KUA con gli otto trigrammi, archetipi del mutamento e base dell' I KING

Ci resta adesso la presunta mancanza di prove delle avvenute guarigioni operate dalla macrobiotica.

Su questo punto c’è davvero poco da dire, poiché chi dice questo è disinformato, oppure in malafede.

Non starò qui a perdere tempo nel dare nomi e notizie in merito, in quanto oggi più che mai, in piena era informatica, chi è veramente interessato ad aprire gli occhi e informarsi ha sicuramente pane per i suoi denti. Per esempio basta andare su un sito (purtroppo in inglese) la cui denominazione (macrobiotic miracles) parla da sé.

Ma secondo lei, tutti quegli insegnanti-consulenti certificati provenienti dal Kushi Institute (dove si insegna con la macrobiotica a diagnosticare e a curare malati di ogni tipo) e che hanno una esperienza professionale pluriennale hanno potuto andare avanti e affermarsi vendendo fumo a fanatici creduloni che si lasciano manipolare?

Se le loro indicazioni dietetiche fossero inefficaci si sarebbero ritrovati ben presto in serie difficoltà nel dover pagare l’affitto del loro studio, non crede?

Non c’è niente di più ridicolo dell’ingenuità mascherata da furbizia.

A questo punto però, voglio togliermi la soddisfazione di darle una notizia-bomba che, non essendo un’opinione, mia o di chicchessia, dovrebbe costringerla a riflettere.

Si regga forte …


      

Anni fa, dopo aver esaminato sei casi di guarigione da vari tipi di cancro diagnosticati come incurabili, in seguito all’utilizzo della macrobiotica come terapìa, la “Commissione Governativa Statunitense sul Cancro e sull’utilizzo di Terapìe Complementari e Alternative” ha fatto richiesta al Governo di sussidi per supportare la ricerca scientifica in questa direzione.

C’è da notare che era la prima volta che una mozione fosse approvata all’ unanimità da una commissione di quindici medici e scienziati.

Ciò è potuto avvenire  dopo che il Kushi Institute aveva presentato i suddetti casi, scelti tra i suoi più eclatanti (su ognuno dei quali potrei fornire particolari), al National Cancer Institute ( l’ ente governativo americano per lo studio del cancro).

Tutti  fuori di testa?

In conclusione, l’unico argomento valido che ho riscontrato nella sua lunga, accalorata invettiva è quello relativo alla vitamina B12, in quanto, in effetti, quella poca presente in miso, tempeh e alghe si è scoperto essere una varietà inerte.

Tutta la questione tuttavia mi pare sia ancora aperta, ma per tagliare la testa al toro, dato che la macrobiotica non è vegana, è sufficiente dare spazio a un po’ di cibo animale e assicurarsi di mantenere la flora intestinale nelle migliori condizioni.

Dunque, tirando le somme, credo di poter dire che i pochi (inevitabili) errori di gioventù e qualche promessa non del tutto mantenuta sono poca cosa se confrontati agli enormi benefici apportati a migliaia di persone dalla macrobiotica e all’inestimabile contributo culturale di quest’ultima in una società che crede ancora alle favole dei rappresentanti di una scienza spesso inadeguata o insufficiente. Tutte cose mai riconosciute ufficialmente.

Non capisco perciò questo rigore, questa intransigenza e questo accanimento nei suoi confronti. Tanto più che ciò che nasce imperfetto si può sempre migliorare. (fine)





Michele Nardella

2 commenti:

  1. Dopo aver letto casualmente l'articolo di Nico Valerio mi è venuta una gran voglia di rispondere. Convengo moltissimo con la critica al suddetto articolo qui esposta. Io pratico(almeno tento di farlo al meglio)la macrobiotica dal 1976, quando ne venni a conoscenza da studente universitario. In 6 giorni risolsi un problema di stomaco che avevo da diversi anni, ma aggravatosi violentemente nel periodo universitario(il cibo della mensa?). Rimasi impressionato! In 6 giorni, mentre la medicina tradizionale aveva fallito per anni! Da qui la sensazione di aver trovato qualcosa di eccezionale. Non sto ad annoiare con la mia storia, voglio però dire alcune cose:
    mi sembra che Nico Valerio non abbia letto molti libri di Osawa, oppure li ha letti male, oppure non ci ha capito niente, perchè molte risposte alle sue critiche sono scritte molto chiaramente nei libri di Osawa; basta leggere la semplice introduzione del libro "La macrobiotica e la sua filosofia" per veder cadere alcune delle sue (infondate)critiche; bastano pochi minuti!
    Prima di criticare occorre conoscere, e per conoscere la macrobiotica bisogna praticarla a lungo, perchè(come dice Osawa)è una "filosofia pratica",il resto è solo futile ciacchiera!
    Non capisco poi tutta questa acredine che trasuda dalle parole di Nico Valerio, è giusto esporre critiche(io stesso ne faccio ai "macrobiotici)ma senza pregiudizi e senza veleno(Yin). Si può discutere e confrontarsi costruttivamente(yang)

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    1. Gentile lettore,
      grazie per il tuo intervento e per la testimonianza.
      Come tutti i maestri macrobiotici hanno sempre ripetuto, l' arroganza è la malattia n. 1 nel mondo, e finchè non si riuscirà a guarirla, non si potrà guarire (se non sintomaticamente) neppure un raffreddore.
      Quello che mi ha stupito di più, però, è che, alla lunga lista di sciocchezze e inesattezze sciorinate da Nico Valerio, non abbia risposto per le rime praticamente nessuno, come ho fatto io.
      Eppure quell' articolo infamante ha ricevuto un numero eccezionalmente alto di commenti.
      Io stesso poi, ho inviato privatamente all' "illustre" naturopata la mia risposta (visto che era troppo lunga per essere inserita nel suo blog), ma lui non si è mai degnato di replicare.
      Colgo l' occasione per ricordarti che nel mio ultimo articolo si parla proprio di quei 6 casi di guarigione cui ho accennato in questo post.
      Saluti.

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